Iconografia nella pittura tra Ottocento e Novecento
Ottocento
In
Italia subito dopo la metà del
secolo Ottocento la pittura si rinnova prendendo a modello la pittura realista francese.
Gli artisti rifiutano tutte quelle convenzioni e regole, che ha la pittura tradizionale, per proporre un arte che si ispira alla realtà.
Si cerca di indagare i vari aspetti che venogono offerti dalla realtà quotidiana, aspetti che poi vengono riprodotti nelle opere.
Gli artisti rifiutano tutte quelle convenzioni e regole, che ha la pittura tradizionale, per proporre un arte che si ispira alla realtà.
Si cerca di indagare i vari aspetti che venogono offerti dalla realtà quotidiana, aspetti che poi vengono riprodotti nelle opere.
All'interno dell'opera pittorica viene negata l'importanza del soggeto indipendentemente dal fatto che esso sia profano, religioso o storico, rinasce infatti l'interesse per il paesaggio e l'importanza del dipinto si manifesta nei colori e nella loro varietà più che nel disegno.
L'importanza del colore deriva da novità che vennero dalle scoperte delle scienze, come la macchina fotografica e le Leggi sull'accostamento del colore di Eugene Chevreul: queste furono alla
base della teoria impressionista sul colore, che suggeriva di accostare i colori
senza mescolarli, in modo tale da ottenere non superfici uniformi ma "vibranti e vive".
Lord Frederick
Leighton, Luna di miele dei pittori (1864)
Novecento
Giovanni Boldini. Ritratto fotografico 1910
Il Novecento si apre in un clima di benessere crescente, gli
esponenti della nuova borghesia hanno conquistato la ricchezza, ma non mostrano
un reale interesse per la cultura e quindi per l'arte: un dipinto o una scultura
sono considerati essenzialmente come oggetti per decorare un ambiente, che
danno prestigio a chi li possiede, o come forme di investimento. Sempre più si
afferma la figura del mercante d'arte, che fa da intermediario fra
artista e compratore.
I primi trent'anni del Novecento vedono affermarsi le Avanguardie.
Nel Novecento e nella pittura del primo Dopoguerra l'artista osserva la natura e poi rappresenta ciò che percepisce nel suo animo,
esprime quindi i suoi sentimenti ma l'oggetto del dipinto non è più la natura in sè, ma lo stato d'animo dell'artista.
Il Novecento e la pittura del Secondo Dopoguerra sono caratterizzate da una grande importanza conferita al gesto dell'artista che dipinge e dal rifiuto di tutto ciò che era accademico (diagonali, pittura tonale, prospettiva...). Gli artisti esprimono infatti le loro emozioni attraverso dipinti di carattere astratto.
Si dipinge sul superfici piatte, perchè viene abolita
ogni forma di profondità e prospettiva, le opere risultano di grandi dimensioni.
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